Il tesoro bianco del Crocus Sativus albino.
Una magnifica ottobrata romana ci ha regalato una seconda estate con i colori e gli odori dell’autunno. Nella distesa umida del tappeto erboso sbocciano i crochi viola dal cuore vermiglio ed è proprio tra questi che troviamo un tesoro: il Crocus Sativus albino, lo zafferano maggiore, il particolare zafferano bianco.
La mutazione del candito fiore bianco
Il bellissimo fiore di zafferano bianco è il risultato di una caratteristica mutazione genetica tipica del genere Crocus. Per il suo alto numero di cromosomi, infatti, è soggetto ad una forte variabilità citologica nella struttura morfologica e cellulare. Questo favorisce la nascita di gruppi di fiori che si evolvono in nuove forme differenti dall’originale, come in questo caso.
Le dimensioni dello zafferano maggiore sono minute, non superano i 10 cm di altezza, e i fiori sbocciano, assieme alle foglie, grazie al clima mite e umido dell’autunno o in primavera. Il Crocus Sativus albino si nutre dei caldi raggi del sole e ” irradia una luce dorata ” come narrava la scrittrice Virginia Woolf.
Curiosità
Nella medicina popolare, il fiore bianco dello zafferano selvatico si utilizzava per rafforzare l’organismo ed attivare il sistema nervoso. La polvere di zafferano è una miniera di sostanze preziose per l’organismo ed essendo uno dei più potenti antiossidanti, contrasta i radicali liberi, responsabili dell’accelerazione dell’invecchiamento cellulare. Lo zafferano si sta rivelando rimedio naturale molto efficace anche per molti disturbi legati allo stile di vita moderno come stress e depressione mentre in passato si utilizzavano i bulbi per l’alimentazione perchè ricchi di amido.
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